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Capitale italiana della cultura 2020: la vincitrice è Parma

By 16 Febbraio 2018Febbraio 14th, 2020News
capitale italiana della cultura 2020 parma

Dieci città finaliste si sono contese il titolo di capitale italiana della cultura 2020: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Treviso.

È Parma la vincitrice della Capitale italiana della cultura 2020.

L’annuncio è stato dato dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini con la cerimonia pubblica nella sede del Mibact a Roma.

Capitale italiana della cultura 2020: come è nato il premio?

Il gran giorno è arrivato: le città italiane che a maggio dello scorso anno erano ai blocchi di partenza per assegnarsi il titolo di città italiana della cultura 2020 hanno conosciuto l’esito della loro corsa al podio. Il 16 febbraio è stato infatti ufficializzato il nome della città vincitrice nell’ambito di una cerimonia pubblica che si è svolta nella sede del ministero, a Roma, alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini.

Ma cosa significa “Capitale italiana della cultura“? Come è nato questo titolo?

Il premio è stato istituito con la Legge Art Bonus per il periodo 2015- 2018 per valorizzare la progettualità delle candidate italiane a Capitale Europea della Cultura. Un’iniziativa che mette in palio un contributo statale di 1 milione di euro per sostenere e incoraggiare eventi e attività culturali sul territorio.

Questo significa, tra le altre cose:

  • conservare le identità etniche e culturali della zona
  • creare un’integrazione pacifica tra tutti gli attori culturali del terriotrio
  • promuovere la crescita economica
  • implementare il benessere individuale e collettivo

Nel bando ufficiale del Mibact “Capitale Cultura 2020” si legge infatti che il conferimento del titolo “Capitale Italiana della Cultura” si propone i seguenti obiettivi:

  1. il miglioramento dell’offerta culturale, crescita della inclusione sociale e superamento del cultural divide;
  2. il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica;
  3. l’incremento dell’attrattività turistica;
  4. l’utilizzo delle nuove tecnologie;
  5. la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi;
  6. il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale.

Capitale italiana della cultura 2020: bando

Agrigento, Bitonto, Casale, Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso si sono dunque contese il titolo di capitale cultura 2020. Ma quali sono i criteri utilizzati per selezionare la vincitrice?

Come si legge nel bando ufficiale del Ministero, le città finaliste sono state valutate in base ai seguenti criteri di selezione:

  1. coerenza del progetto rispetto alle finalità di legge e alle altre iniziative di valorizzazione del territorio e grado di coordinamento e sinergia degli interventi proposti;
  2. efficacia del progetto come azione culturale diretta al rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociale;
  3. previsione di forme di co-finanziamento pubblico e privato, condivisione progettuale con altri enti territoriali e con soggetti pubblici e privati portatori di interesse presenti sul territorio;
  4. efficacia della struttura incaricata per lo sviluppo e l’attuazione del Dossier di candidatura e del monitoraggio dei risultati;
  5. innovatività e capacità delle soluzioni proposte di fare uso di nuove tecnologie;
  6. capacità del progetto di incrementare il settore turistico;
  7. realizzazione di opere e infrastrutture di pubblica utilità destinate a permanere sul territorio a servizio della collettività;
  8. coerenza del cronoprogramma.

Quali città hanno partecipato al bando per capitale italiana della cultura 2020?

Al bando del Ministero hanno risposto in tutto 46 città italiane: 12 comuni del nord, 8 del Centro Italia, 18 del Sud e 8 comuni delle Isole.

COMUNI DEL NORD

Asti, Bellano (Lecco), Casale Monferrato (Alessandria), Cuneo, Merano (Bolzano), Parma, Piacenza, Pieve di Cadore (Belluno), Reggio Emilia, Scandiano (Reggio Emilia), Tremezzina (Como), Treviso.

COMUNI DEL CENTRO

Ancona, Fabriano (Ancona), Foligno (Perugia), Macerata, Montepulciano (Siena), Pietrasanta (Lucca), Prato, Tivoli (Roma).

COMUNI DEL SUD

Agropoli (Salerno), Alberobello (Bari), Altamura (Bari), Aversa (Caserta), Benevento, Bitonto (Bari), Capaccio Paestum (Salerno), Caserta, Ceglie Messapica (Brindisi), Fasano (Brindisi), Gallipoli (Lecce), Lanciano (Chieti), Ravello (Salerno), Salerno, Telese Terme (Benevento), Teramo, Vibo Valentia, Villa Castelli (Brindisi).

COMUNI DELLE ISOLE

Agrigento, Catania, Nuoro, Oristano, Messina, Noto (Siracusa), Ragusa, Siracusa.

Capitale cultura 2020: le finaliste

Ad aver raggiunto l’ultima fase di selezione sono state 10 città:

  1. Agrigento, Sicilia
  2. Bitonto, provincia di Bari, Puglia
  3. Casale Monferrato, provincia di Alessandria, Piemonte
  4. Macerata, Marche
  5. Merano, provincia di Bolzano, Alto Adige
  6. Nuoro, Sardegna
  7. Parma, Emilia Romagna
  8. Piacenza, Emilia Romagna
  9. Reggio Emilia, Emilia Romagna
  10. Treviso, Veneto

Capitale italiana della cultura 2020: la commissione

Sempre nel bando ufficiale del Ministero si dichiara che:

la commissione è composta da sette esperti indipendenti di chiara fama nel settore della cultura, delle arti, della valorizzazione territoriale e turistica, di cui tre designati dal Ministro, tre designati dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e Province autonome e uno d’intesa tra il Ministro e la Conferenza Unificata, che svolga la funzione di Presidente.

Tutti i i componenti della Giuria, nei due anni antecedenti all’insediamento dell’organo, non devono aver avuto rapporti di collaborazione di alcun genere con i Comuni che hanno presentato domanda di candidatura, e non devono trovarsi in alcuna situazione di conflitto di interessi rispetto ai Comuni medesimi. In merito a ciò, i membri della Giuria, in sede di prima riunione, sottoscriveranno un’apposita dichiarazione.

Capitale italiana della cultura: le vincitrici fino ad oggi

Capitale della cultura 2016 Mantova
Capitale italiana cultura 2017 Pistoia
Capitale italiana della cultura 2018 Palermo
Capitale italiana della cultura 2019 Matera (che si è aggiudicata il
titolo anche di capitale europea)

FOCUS ON

MACERATA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2018

Tra le dieci finaliste che si sono contese il titolo di Capitale italiana della cultura 2020 c’era anche Macerata. Il sindaco Romano Carancini, alla notizia della scelta del Mibact, ha dichiarato:

È una grande soddisfazione per tutta la città ma io dico soprattutto per il nostro territorio maceratese, per la nostra gente e per la nostra Regione. È uno di quei momenti che valgono un intero mandato perché la scelta della Commissione Mibact riconosce il valore del lavoro. Ora insieme, tutti insieme, ad inseguire il futuro, a correre verso il sogno che diviene realtà.

L’Assessore alla Cultura Stefania Monteverde ha aggiunto:

L’essere tra le finaliste premia lo sforzo e il lavoro compiuto in questi anni per la valorizzazione delle risorse culturali della città, per la crescita della vocazione turistica, e la sinergia con il territorio. È un riconoscimento per tutta la Marca Maceratese e per le Marche intere. Ora si lavora insieme con entusiasmo per Macerata Estroversa.

Il progetto EstroVersa 2020

Si chiama proprio EstroVersa 2020 il progetto presentato da Macerata al momento della candidatura come capitale della cultura 2020.

Ma che significa EstroVersa? L’idea del progetto presentato al momento della candidatura si fonda su questi presupposti:

  • ESTro-versa perché guarda ad EST, cercando di ri-giocare il “buon lascito” di Padre Matteo Ricci;
  • ESTRO-versa perché designa un ambito di sviluppo basato sulla creatività, sulla cultura e sulla conoscenza;
  • EST-ROVERSA (dal latino “reverso”) con rimando agli stravolgimenti causati dal sisma visti come possibilità di riscoperta di valori culturali, spirituali e sociali.

Macerata è una città italiana “media” e la candidatura a capitale della cultura 2020 è stata un’occasione per mettersi in gioco. Significa infatti:

  • diventare il punto di riferimento di un’insieme di città che rischiano l’invisibilità strette tra le “aree metropolitane” e le “aree interne” e che invece hanno bisogno di essere valorizzate proprio a partire dalle loro specificità;
  • trasformarsi in un laboratorio a cielo aperto, aperto alla sperimentazione, in cui la tecnologia è il fulcro di un cambiamento che mette al centro la persona e la qualità della vita;
  • favorire il passaggio da città di fruizione della cultura a città di produzione della cultura. L’originalità di Macerata, infatti, sta proprio nella coesistenza di “produttori culturali”. Si pensi all’Università di Macerata, all’Accademia delle Belle Arti, ma anche ad importanti festival culturali come il Macerata Opera Festival con l’attività dello Sferisterio o Musicultura.

La candidatura nelle parole del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli:

#Macerata2020. L'endorsement del presidente della Regione Marche #LucaCeriscioli per Macerata Capitale della Cultura

Pubblicato da Comune di Macerata su martedì 8 agosto 2017